Sotto il nome generale di oli e burri vegetali  sono compresi tutta una serie di composti lipidici che provengono dalle piante o da parte di esse (semi, semi germinati, polpa dei frutti, ecc),  attraverso un processo estrattivo.

 

Tutti i questi lipidi, oltre alla predominante frazione triglicerica (acidi grassi saturi e insaturi) contengono anche una frazione che viene abitualmente chiamata insaponificabile e che è costituita da miscele fra idrocarburi (come il Karitene presente nel burro di Karitè), steroli, alcooli grassi, alcooli sterolici, alcooli triterpenici ed alifatici, fosfolipidi, pigmenti (clorofille e caroteni), ecc.

Generalmente viene chiamata frazione insaponificabile quella parte dell’estratto oleoso di semi e frutti che se fatta reagire con delle basi non dà origine al sale corrispondente, ossia il sapone. Proprio per questo motivo questa frazione dell’olio è detta insaponificabile.

Le sostanze insaponificabili contenute negli oli e nei burri vegetali ne costituiscono la parte più nobile e ne caratterizzano maggiormente le virtù cosmetiche, svolgendo importanti funzioni sul trofismo cutaneo e sulle mucose. Sono  state inoltre sperimentate con successo anche nel trattamento di numerose alterazioni  cutanee a carico del tessuto connettivo come la sclerodermia, varie collagenopatie, ecc.

 

L’azione della frazione insaponificabile si traduce nel derma in una regolazione del metabolismo dei fibroblasti (le cellule del derma deputate alla produzione delle fibre che strutturano la matrice extracellulare – fibre collagene, elastiche, reticolari) e dell’attività enzimatica cellulare. Stimolati da questi principi attivi i fibroblasti stessi producono maggiori quantità di collagene solubile, rispetto al temuto collagene insolubile proprio delle pelli più mature. Per questo si rivelano essere delle ottime sostanze funzionali sia per le stesse pelli mature, sia per pelli secche e delicate. Questa loro applicazione riveste un notevole interesse nel campo dei trattamenti cosmetici se pensiamo che il collagene aggiunto alle creme o alle maschere per il viso ha un peso molecolare troppo elevato per poter penetrare fino al derma e per questo la sua funzione si svolge esclusivamente sulla superficie cutanea, senza dimenticare del resto che un’eccessiva penetrazione di questa molecola di derivazione animale potrebbe portare a problemi irritativi e di intolleranza. In questo modo, invece, sono i nostri tessuti che vengono stimolati alla produzione di collagene giovane, che viene così perfettamente integrato nel tessuto.

 

L’evoluzione delle conoscenze sugli insaponificabili dei grassi vegetali, in cosmesi e in terapia, è un processo tuttora in evoluzione sostenuto da numerose valutazioni sperimentali e positivi risultati ottenuti.

Tra le prime applicazioni terapeutiche degli insaponificabili da lipidi vegetali sono state particolarmente significative quelle di Thiers (1961), che ottenne risultati soddisfacenti nel trattamento dei sintomi cutanei della sclerodermite (disfunzione in cui il tasso di collagene del tessuto connettivo diminuisce a scapito del tasso dei lipidi dello strato profondo del derma).

Lo stesso Autore, peraltro, evidenziò anche la diversa attività di insaponificabili di olii vegetali diversi, e tuttora sono utilizzate miscele di estratti insaponificabili di oli vegetali per il trattamento dei sintomi cutanei della sclerodermia (ad es. il Piascledine)

Nè il cortisone, né lo stigmasterolo, principale fitosterolo degli insaponificabili di origine vegetale, si comportano in modo analogo alle miscele di sostanze insaponificabili dei diversi grassi vegetali. Si suppone quindi che tali effetti siano imputabili o ad altri componenti dell’insaponificabile o ad un effetto sinergico della complessa miscela degli insaponificabili in toto. I risultati positivi ottenuti dalla somministrazione di queste sostanze hanno stimolato ricerche su un loro impiego topico per applicazioni sia in dermatologia, sia in cosmetologia.

 

L’azione degli insaponificabi può essere riassunta in una attivazione del metabolismo del tessuto determinata dall’aumento del tasso di enzimi specifici e dei rapporti proteine solubili/proteine insolubili, collagenesolubile/collagene insolubile. Poichè tali vantaggiose modificazioni, in caso di applicazione locale, si sono osservate solo limitatamente alla zona trattata, risulta interessante l’impiego degli insaponificabili non soltanto in dermatologia, per la cura di casi patologici, ma anche in fitocosmesi per il miglioramento dell’aspetto della cute e per la sua protezione degli agenti esterni.

Altre prove della validità dell’impiego in preparazioni topiche degli insaponificabili furono fornite da M. Hincky e A. Winkler: il primo ottenne risultati positivi nel trattamento di pelli secche, senili, delicate e fragili con tendenza a scottature solari; il secondo, usando l’apparecchio di Bingmer, ne valutò l’effetto incrementante la quantità di acqua negli strati più superficiali della pelle. Gli insaponificabili in toto sono usati principalmente in cosmesi in emulsioni emollienti, ammorbidentì e sebo restitutive per pelli secche e disidratate, delicate e sensibili. Per le proprietà fotoprotettive, decongestionanti e riepitelizzanti questi principi attivi sono vantaggiosamenete integrati a prodotti solari e doposole.

 

E' facile intuire come l'applicazione cosmetica dell'olio o burro naturale di miglior qualità, nel quale la complessa composizione insaponificabile è lasciata intatta come magistralmente composta da madre natura (grazie all'impiego di procedure biologiche di estrazione e lavorazione), sia ovviamente preferibile all'arbitraria selezione tecnologica di alcuni componenti soltanto.

 

I fitosteroli (come  lo Stigmasterolo, il Beta Sitosterolo, il Campesterolo, ecc.) hanno caratteristiche chimico-fisiche molto simili tra di loro e una struttura assimilabile a quella del  colesterolo. 

I fitosteroli in cosmesi trovano  notevole riscontro in quanto possiedono ottime proprietà dermofile ed emollienti.

Sono definiti biomimetici perché quando vengono applicati sulla pelle agiscono in modo  del tutto simile al colesterolo per aiutare a fortificare la funzione barriera della cute, ridurne  le  perdita d'acqua trans epidermica e  fornire protezione  alla pelle contro le aggressioni ambientali.

Sono anche degli ottimi agenti antiinfiammatori. Studi recenti ne hanno dimostrato un’influenza positiva sulla cascata dell’acido arachidonico riducendo i livelli di molecole proinfiammatorie come i Leucotrieni nel casi di dermatiti da pannolino, dermatiti atopiche, psoriasi  ed eritemi da UV.

 

I composti fenolici rientrano nel gruppo dei composti definiti “fitochimici", comprendenti un insieme estremamente eterogeneo di sostanze per le quali studi recenti hanno dimostrato un'azione protettiva sulla salute umana agendo prevalentemente come sostanze antiossidanti.

Le sostanze fenoliche rappresentano una famiglia numerosa ed eterogenea di circa 10000 molecole e la grande varieta di strutture fenoliche riflette la diversificazione delle loro funzioni. Composti fenolici sono ad esempio il fenolo, l'idrochinone (principi attivi degli oli essenziali), la tirosina, la fenilalanina, i flavonoidi (e quindi anche le catechine) e i tannini.

I composti fenolici possono:

  • proteggere la pianta dagli erbivori e dagli insetti, fungendo da repellenti;

  • fungere da schermo nei confronti delle radiazioni UV – favoni e flavonoli, due importanti gruppi appartenenti alla classe dei flavonoidi e contenuti nei vacuoli delle cellule epidermiche delle foglie, sono in grado di proteggere le cellulle da un eccesso di radiazione UV in quanto in grado di assorbire le radiazioni elettromagnetiche denominate UV-B (280-320 nm), lasciando invece passare le radiazioni del visibile che sono importanti ai fini della fotosintesi (Taiz & Geiger, 2009);

  • fungere da difesa rispetto agli insetti e dalle infezioni indotte dai patogeni microbici, ricoprendo il ruolo di antibiotici;

  • rappresentare dei pigmenti fiorali capaci di attrarre gli impollinatori e gli animali in grado di effettuare la dispersione del frutto ;

  • fungere da inibitori di crescita rispetto a piante competitrici che crescono nelle immediate vicinanze della pianta che li produce.

Il tocoferolo è un nutriente vitaminico essenziale e vitale per l'uomo, un potente antiossidante liposolubile, presente in molti vegetali. Il tocoferolo è uno dei principali composti denominati vitamina E, al punto che ne viene comunemente usato interscambiabilmente il nome.

Tale vitamina ha un ruolo importante, quale fattore antiossidante, nella prevenzione dell’ossidazione degli acidi grassi polinsaturi, evento chiave nello sviluppo del processo di perossidazione lipidica. Tale evento, scatenato dall’azione di radicali liberi, si sviluppa attraverso delle reazioni a catena che continuano il processo. La vitamina E è in grado di bloccare questo fenomeno, quindi la sua azione si esplica favorevolmente anche nel prevenire l'irrancidimento dell'olio vegetale, preservandone l'integrità e il buon aroma.

Poiché lo sviluppo della perossidazione lipidica può determinare anche profonde alterazioni delle membrane cellulari, si comprende il motivo per cui alla vitamina E è riconosciuto un ruolo importante nel mantenere tali strutture indenni.

  

I terpeni rappresentano probabilmente la più grande e complessa classe di prodotti naturali. Sono i componenti principali delle resine e degli oli essenziali delle piante, come miscele di sostanze che conferiscono ad ogni fiore o pianta un caratteristico odore o aroma.

Molti aromi usati nei cibi o nei profumi sono derivati da terpeni o terpenoidi naturali.

I terpeni sono prodotti da molte piante e da alcuni insetti, ma alcuni dei più complessi si trovano anche negli animali. Lo squalene, ad esempio, precursore biosintetico di tutti gli steroidi, è un triterpene ed è anche uno dei costituenti del sebo umano. Alcune ricerche attribuiscono allo squalene anche un'azione protettiva contro il cancro della pelle, grazie alla sua capacità di combattere i radicali liberi ed assorbire le radiazioni solari dannose.

Poiché con il passare degli anni la produzione sebacea della cute si riduce, l'utilizzo di integratori ad hoc e applicazioni topiche a base di squalene può contribuire ad attenuare i segni dell'invecchiamento. Lo squalene vanta inoltre una preziosa attività emolliente e nutritiva, che contribuisce alla prevenzione di rughe e secchezza cutanea.

  

I carotenoidi sono un gruppo speciale di terpeni, una classe di pigmenti organici che possono essere rinvenuti nelle piante o in altri organismi fotosintetici, come le alghe ed alcune specie di batteri. Esistono oltre 600 tipi di carotenoidi conosciuti e vengono normalmente suddivisi in due classi: i caroteni (che sono idrocarburi, quindi privi di ossigeno) e le xantofille (che invece lo contengono). Sono pigmenti accessori che nella fotosintesi consentono di assorbire lunghezze d'onda differenti rispetto alla clorofilla e che proteggono quest'ultima dalla fotoossidazione. (fungendo quindi da agenti fotoprotettivi).

Negli organismi vegetali i carotenoidi giocano un ruolo centrale nel processo di fotosintesi: infatti da una parte prendono parte alla catena di trasporto dell'energia, e dall'altra proteggono il centro di reazione dall'ossidazione in quanto capaci di legare ed eliminare i radicali liberi. Negli organismi animali, invece, queste molecole sembrano avere un ruolo importante nei meccanismi anti-ossidativi. Gli animali e l'uomo sono incapaci di sintetizzare i carotenoidi, e devono necessariamente assumerli dal mondo vegetale.

Per molti anni l'importanza nutrizionale dei carotenoidi è stata quasi esclusivamente correlata alla capacità di fungere da precursori della vitamina A (o retinolo), sostanza tipica del regno animale. Si tratta in effetti di una caratteristica molto importante, tipica di alcuni carotenoidi ed in modo particolare del B-carotene. L'alfa-carotene, invece, genera vitamina A meno facilmente della forma Β, ma ha un'attività antiossidante maggiore del 38%; ed è proprio quest'attività protettiva a suscitare l'interesse dei ricercatori. Oltre alla funzione provitaminica, infatti, occorre sottolineare come diversi carotenoidi esercitino effetti protettivi nei confronti di svariate patologie; il tutto grazie alla già citata neutralizzazione di sostanze aggressive, gli ormai tristemente famosi radicali liberi. Queste molecole si formano normalmente nell'organismo, soprattutto in risposta ad eventi stressogeni, quali radiazioni, fumo, agenti inquinanti, esposizione a raggi UV, stress emotivo e fisico, additivi chimici, attacchi di virus e batteri ecc.

Le xantofille, come la maggior parte dei carotenoidi, sono in genere oleosolubili, ma sono meno sensibili di questo all’ossidazione. Anche le xantofille, come gli altri derivati del carotene, sono di grande importanza biologica. Le xantofille non sono, come il carotene, precursori della Vitamina A, ma tuttavia la loro importanza è notevole in quanto intervengono come protettori dell’ossidazione in molti processi biochimici.

  

Il glicerolo è un componente delle molecole che compongono i lipidi sia di natura animale, sia vegetale (oli e grassi). Quando l'organismo utilizza le proprie riserve di grasso, dapprima le scinde in costituenti più semplici, ossia acidi grassi e glicerolo. Quest'ultimo viene trasformato nel fegato in glucosio diventando una fonte di energia per il metabolismo cellulare.

Con il termine glicerolo si intende esclusivamente la sostanza pura, mentre in commercio si trovano diversi derivati, quali ad esempio la glicerina che ne contiene quantità pari o superiore al 95%, al punto d'esserne spesso considerata il sinonimo.

La glicerina naturale idrata lo strato corneo, lasciando la pelle più luminosa e compatta. E' inoltre un umettante, che serve a trattenere l'acqua libera del cosmetico sottraendola ai dannosi microrganismi.

 

La glicerina 100% vegetale (non OGM) che ho scelto è di elevata qualità e contiene il 99,5% di glicerolo. Ha proprietà ammorbidenti, idratanti e umettanti, poiché attira e trattiene naturalmente l'acqua.

La concentrazione ideale di glicerina vegetale nei preparati cosmetici è del 2-5% ed è sconsigliabile superare la soglia del 10%, oltre la quale tende a renderli appiccicosi e a provocare sulla pelle l'effetto contrario, seccandola anzichè idratarla.